sabato 9 gennaio 2021

Quanti urlano... ma sono davvero tanti?

Condivido la riflessione di un famoso personaggio a proposito di certi stili comunicativi dei tempi odierni ...


"Tendiamo a stupirci di quanta gente voglia vaccinarsi. 

Questo avviene perché la nostra visione della gente è necessariamente distorta da quanto attirano l’attenzione quelli che fanno casino. Leggendo le opinioni sui social, sembrano tantissimi quelli che mettono in discussione, anche gratuitamente, qualsiasi regola e qualsiasi decisione più o meno democratica. 

Molte persone sono contrarie al fatto che questa nazione usi i soldi delle loro tasse per comprare delle armi. Magari preferirebbero che i soldi comuni venissero spesi in cose che riguardano il miglioramento effettivo della vita comune, la salvaguardia della salute, la lotta alla povertà, la cultura, eccetera. Ma proprio perché non amano le armi e la violenza, sarà difficile vederle in piazza a spaccare semafori

L’uso di espressioni violente, di frasi urlate, è tipico di chi ha una concezione violenta della realtà. I terrapiattisti, sono una manciata di disperati, eppure tutti sanno che esistono persone convinte per qualche strana ragione che la terra sia piatta. Non sono così tanti, alzano solo la voce. Nel campo, che definirò approssimativamente “dei virologi”, tra tanti, anche più importanti di lui, ha attirato l’attenzione Burioni perché ha usato espressioni irriguardose per alcune persone, non m’interessa qui chi ha ragione e chi ha torto. Crisanti era una persona defilata fin quando non ha sentito la necessità di rispondere alle bugie di Zaia, è il conflitto che attira l’attenzione, i contenuti c’entrano poco.

C’è persino gente disposta a giustificare l’atto di alcuni cretini che hanno causato scontri col risultato di alcuni morti in America. Eppure la ragionevolezza esiste anche in questo campo. Nel 2017 Arnold Schwarzenegger, che pure si è trovato nello stesso partito di Trump, ha invitato l’allora presidente a prendere le distanze dal pensiero nazista di una frangia di suoi sostenitori, a pensare che il presidente ha anche responsabilità di comportamento. Era un invito alla ragionevolezza, quasi amichevole. Ma ha fatto molto più scalpore la dichiarazione di De Niro che tagliava corto dicendo che Trump è una testa di cazzo. 

Il così detto negazionista che voleva attenzione per dire che il virus è un’invenzione, quando ha preso il virus ed è andato all’ospedale, ha fatto un appello scongiurando tutti di non fare come lui, ma di mettere la mascherina e rispettare le distanze; lo ha detto di nuovo alzando la voce, di nuovo pretendendo attenzione. I contenuti non c’entrano, ci sono persone che pretendono l’attenzione degli altri a prescindere.

Quando per strada due persone discutono alzando la voce molti corrono a guardare. Magari fanno un video col telefonino, non intervengono, non cercano di riappacificarli, non sanno nemmeno cosa stiano dicendo quei due; semplicemente si godono lo spettacolo dell’irrazionalità.

È in soldoni quel che accade quando la stampa si concentra su alcune cose che appaiono solo eclatanti ma prive di interesse reale.

E così siamo convinti che il mondo sia pieno di gente che urla, che delinque, che s’incazza, che sragiona. Pensiamo che il mondo sia pieno di gente che muore ma il mondo è soprattutto pieno di gente che vive. C’è una moltitudine di persone normali che non pretendono attenzione. Fanno la loro parte. Non perché siano pecore o vili o cagasotto. Semplicemente considerano che sia la cosa da fare in un determinato momento. Tutte queste persone diventano invisibili nel mondo della comunicazione in tempo reale, delle reti e dei social, travolte da una manciata di riflettori puntati su  quelli che amano perdere il proprio tempo ad alzare la voce." 

(da un post di Natalino Balasso)


venerdì 18 dicembre 2020

Impoverimento del linguaggio: le conseguenze

Un articolo su cui riflettere:


 "Il QI medio della popolazione mondiale, che dal dopoguerra agli anni '90 era aumentato, nell'ultimo ventennio è invece in diminuzione ...

È l’inversione dell’effetto Flynn.

Una delle cause potrebbe essere l'impoverimento del linguaggio.

Diversi studi dimostrano infatti la diminuzione della conoscenza lessicale e l'impoverimento della lingua.

La graduale scomparsa dei tempi verbali dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente: incapace di proiezioni nel tempo.

La semplificazione dei tutorial, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono esempi di “colpi mortali” alla precisione e alla varietà dell'espressione.

Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni/elaborare un pensiero.

Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.

Senza parole, non c’è ragionamento.

Si sa che i regimi totalitari hanno sempre ostacolato il pensiero, attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.

Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici.

Facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Anche se sembra complicato. Soprattutto se è complicato.

Perché in questo sforzo c'è la libertà.”

[Da un articolo di Christophe Clavé]

venerdì 27 novembre 2020

Chi sa fa, chi no sa tasa!

    In questo periodo di pandemia, dove si avvicendano opinionisti di ogni tipo più o meno competenti e più o meno in buona fede, risulta quanto mai attuale questo vecchio detto veneto: "Chi sa fa, chi no sa tasa!".

    Sembra risalga ai tempi della Serenissima; si legge infatti che nel 1505 la Repubblica di Venezia abbia deciso di deviare il Brenta attraverso la Brentanova, canale che da Dolo porta l'acqua del fiume a Conche, dove si unisce al Bacchiglione. 



    Si scatenò quindi la fiera delle opinioni, ognuno voleva dire la sua. Allora la signoria vietò a chiunque, esclusi gli ingegneri addetti all'opera, «d'ingerirsi, scrivere o parlare di questa materia». 

    Ecco come venne giustificato il provvedimento: «La libertà di parlare intorno le arti – le quali talora non sono abbastanza intese nemmeno da coloro che le professano – promuove confusione e incertezza nei ministri preposti a tali operazioni: lo che tutto poi cade a pubblico pregiudizio». 

    Tale regola della Serenissima [chi sa fa, chi no sa tasa] se fosse applicata nei giorni odierni, farebbe chiudere internet ...

sabato 7 novembre 2020

La formazione dei più piccoli

In questo periodo, segnato da tutti i condizionamenti dovuti al Covid19 il pensiero va soprattutto al futuro perché è necessario riflettere anche sulle ripercussioni che avranno le scelte presenti.

Dentro a quest'atmosfera di incertezza e paura verso "l'untore” ci sono migliaia di occhietti e orecchiette che vedono, ascoltano e assorbono tutto ciò che facciamo. 

Sono dei bambini che forse dal punto di vista psicologico stanno avendo i danni maggiori e molto probabilmente questo momento storico non lo dimenticheranno mai. 

Ricordo la mia scuola, fatta di compagni di banco, di "studiare gomito a gomito", di diari da passarci e firmare, di palline di carta fatte con la saliva e di tutta la spensieratezza che tra una lezione e l’altra animava i nostri anni scolastici. 

Credo che gli insegnanti, oltre alla famiglia quest’anno avranno un compito molto difficile ... 

Mi auguro che il buon senso, prima di ogni norma o allarmismo, prevalga su tutto e soprattutto cerchiamo di educare i bambini al rispetto verso il prossimo e non alla paura!