Sapete chi sono questi due? Quello a destra è Primo Carnera, uno che da ragazzino mendicava per le strade di Sequals e fu costretto in totale povertà ad emigrare in Francia per trovare fortuna. Sette anni dopo conquista il titolo mondiale dei pesi massimi al Madison Square Garden di New York.
Quello a sinistra invece è Luigi Del Bianco, nato in nave mentre i suoi genitori stavano tornando a Meduno dagli Stati Uniti, un paesino montano del Friuli confinante con Sequals. A 11 anni Del Bianco va in Austria a fare l'apprendista scalpellino, all'età di 16 emigra a New York e inizia a fare il tagliapietre. Allo scoppio della Prima Guerra mondiale torna in Italia a combattere da volontario, per poi tornare in America a riprendere il lavoro che aveva lasciato. Dopo una serie di eventi, nel 1933 diventa capo-scultore del Monte Rushmore con la paga di $ 0,90 all'ora, troppo poco, quindi due anni dopo si licenzia. I lavori però non possono andare avanti senza di lui, quindi lo riassumono in qualità di capo-cantiere al doppio della cifra (che per la Depressione era molto). I leggendari occhi dei Presidenti di quel monumento, li ha eseguiti lui in persona.
Meduno e Sequals, sperduti in una Provincia che non esiste nemmeno più, insieme non raggiungo i 3800 abitanti. Perché dico queste cose? Perché è da questi personaggi che dobbiamo ripartire. Finiamola con le paure, la crisi i "non posso". All'epoca questi due non hanno prenotato i voli su Skyscanner e installato Skype alle loro mamme prima di partire. E allora, prima di lamentarvi della vostra situazione, chiedetevi perché state ancora lì con le mani in mano. Non stupitevi se non realizzate i vostri sogni rimanendo a dormire e soprattutto non deridete chi vedete correre per raggiungerli, perché molto probabilmente finirete con il lavorare per loro.
mercoledì 30 gennaio 2019
venerdì 4 gennaio 2019
Star bene da soli
La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista. (Bernardo Bertolucci)
Star bene da soli è una delle più grandi conquiste della vita. Ci sono diverse tipologie di solitudine: quella voluta, quella indotta e poi, la peggiore, quella ricorrente nonostante la presenza di qualcuno nella propria vita. Ci si sente veramente soli quando si ha accanto qualcuno che non dà importanza alla nostra persona.
Nella routine quotidiana ciascuno ha i propri spazi vuoti e proprio in questi spazi vuoti trovano dimora le nostre paure, le nostre incertezze e i nostri dolori. E' per questo che si tendiamo a riempire i nostri spazi vuoti, con persone, situazioni, interessi e molto altro. Di tutto pur di non sentire ancora e ancora quel dolore. La sofferenza mentale è spesso paralizzante, perché ci tocca proprio nella parte più intima di noi. Affonda lentamente dentro noi stessi ancorando le proprie radici saldamente e – a tratti – ci impedisce di respirare.
Corrono come se avessero il fuoco sotto il sedere in cerca di qualcosa che non si trova. Si tratta fondamentalmente della paura di affrontare se stessi, si tratta fondamentalmente della paura di essere soli. (Charles Bukowski)
Chi rifugge la solitudine è generalmente una persona che soffre e quando una persona prova una morsa lancinante allo stomaco farebbe qualsiasi cosa per avere uno spiraglio di luce. Rimanere da soli con se stessi fa paura, perché costringe ad avere a che fare con le proprie paure, quelle più nascoste, quelle che cerchiamo ogni giorno di soffocare dentro noi stessi.
La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo. (Giacomo Leopardi)
Una persona che riesce a stare bene da sola è una persona che ha imparato a conoscersi e, soprattutto, ad accettarsi. Ha imparato ad affrontare i propri fantasmi del passato, a volersi bene anche senza una persona accanto. Occorre parecchia forza per riuscire ad amare la propria solitudine. Solo una persona che ha veramente toccato il fondo è in grado poi di assaporare veramente la solitudine, e quando la solitudine è diventata una compagnia fedele anziché una nemica si inizia a dare valore al proprio tempo. Non ci si circonda più di false presenze. Non si scende più a compromessi con se stessi. Non ci si rassegna ad una presenza altalenante che ci fa comunque sentire soli.
Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. No, non lo è. Ho scoperto invece che la cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo. (Robin Williams)
Star bene da soli è una delle più grandi conquiste della vita. Ci sono diverse tipologie di solitudine: quella voluta, quella indotta e poi, la peggiore, quella ricorrente nonostante la presenza di qualcuno nella propria vita. Ci si sente veramente soli quando si ha accanto qualcuno che non dà importanza alla nostra persona.
Nella routine quotidiana ciascuno ha i propri spazi vuoti e proprio in questi spazi vuoti trovano dimora le nostre paure, le nostre incertezze e i nostri dolori. E' per questo che si tendiamo a riempire i nostri spazi vuoti, con persone, situazioni, interessi e molto altro. Di tutto pur di non sentire ancora e ancora quel dolore. La sofferenza mentale è spesso paralizzante, perché ci tocca proprio nella parte più intima di noi. Affonda lentamente dentro noi stessi ancorando le proprie radici saldamente e – a tratti – ci impedisce di respirare.
Corrono come se avessero il fuoco sotto il sedere in cerca di qualcosa che non si trova. Si tratta fondamentalmente della paura di affrontare se stessi, si tratta fondamentalmente della paura di essere soli. (Charles Bukowski)
Chi rifugge la solitudine è generalmente una persona che soffre e quando una persona prova una morsa lancinante allo stomaco farebbe qualsiasi cosa per avere uno spiraglio di luce. Rimanere da soli con se stessi fa paura, perché costringe ad avere a che fare con le proprie paure, quelle più nascoste, quelle che cerchiamo ogni giorno di soffocare dentro noi stessi.
La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo. (Giacomo Leopardi)
Una persona che riesce a stare bene da sola è una persona che ha imparato a conoscersi e, soprattutto, ad accettarsi. Ha imparato ad affrontare i propri fantasmi del passato, a volersi bene anche senza una persona accanto. Occorre parecchia forza per riuscire ad amare la propria solitudine. Solo una persona che ha veramente toccato il fondo è in grado poi di assaporare veramente la solitudine, e quando la solitudine è diventata una compagnia fedele anziché una nemica si inizia a dare valore al proprio tempo. Non ci si circonda più di false presenze. Non si scende più a compromessi con se stessi. Non ci si rassegna ad una presenza altalenante che ci fa comunque sentire soli.
Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. No, non lo è. Ho scoperto invece che la cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo. (Robin Williams)
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