venerdì 18 dicembre 2020

Impoverimento del linguaggio: le conseguenze

Un articolo su cui riflettere:


 "Il QI medio della popolazione mondiale, che dal dopoguerra agli anni '90 era aumentato, nell'ultimo ventennio è invece in diminuzione ...

È l’inversione dell’effetto Flynn.

Una delle cause potrebbe essere l'impoverimento del linguaggio.

Diversi studi dimostrano infatti la diminuzione della conoscenza lessicale e l'impoverimento della lingua.

La graduale scomparsa dei tempi verbali dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente: incapace di proiezioni nel tempo.

La semplificazione dei tutorial, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono esempi di “colpi mortali” alla precisione e alla varietà dell'espressione.

Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni/elaborare un pensiero.

Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.

Senza parole, non c’è ragionamento.

Si sa che i regimi totalitari hanno sempre ostacolato il pensiero, attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.

Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici.

Facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Anche se sembra complicato. Soprattutto se è complicato.

Perché in questo sforzo c'è la libertà.”

[Da un articolo di Christophe Clavé]

venerdì 27 novembre 2020

Chi sa fa, chi no sa tasa!

    In questo periodo di pandemia, dove si avvicendano opinionisti di ogni tipo più o meno competenti e più o meno in buona fede, risulta quanto mai attuale questo vecchio detto veneto: "Chi sa fa, chi no sa tasa!".

    Sembra risalga ai tempi della Serenissima; si legge infatti che nel 1505 la Repubblica di Venezia abbia deciso di deviare il Brenta attraverso la Brentanova, canale che da Dolo porta l'acqua del fiume a Conche, dove si unisce al Bacchiglione. 



    Si scatenò quindi la fiera delle opinioni, ognuno voleva dire la sua. Allora la signoria vietò a chiunque, esclusi gli ingegneri addetti all'opera, «d'ingerirsi, scrivere o parlare di questa materia». 

    Ecco come venne giustificato il provvedimento: «La libertà di parlare intorno le arti – le quali talora non sono abbastanza intese nemmeno da coloro che le professano – promuove confusione e incertezza nei ministri preposti a tali operazioni: lo che tutto poi cade a pubblico pregiudizio». 

    Tale regola della Serenissima [chi sa fa, chi no sa tasa] se fosse applicata nei giorni odierni, farebbe chiudere internet ...

sabato 7 novembre 2020

La formazione dei più piccoli

In questo periodo, segnato da tutti i condizionamenti dovuti al Covid19 il pensiero va soprattutto al futuro perché è necessario riflettere anche sulle ripercussioni che avranno le scelte presenti.

Dentro a quest'atmosfera di incertezza e paura verso "l'untore” ci sono migliaia di occhietti e orecchiette che vedono, ascoltano e assorbono tutto ciò che facciamo. 

Sono dei bambini che forse dal punto di vista psicologico stanno avendo i danni maggiori e molto probabilmente questo momento storico non lo dimenticheranno mai. 

Ricordo la mia scuola, fatta di compagni di banco, di "studiare gomito a gomito", di diari da passarci e firmare, di palline di carta fatte con la saliva e di tutta la spensieratezza che tra una lezione e l’altra animava i nostri anni scolastici. 

Credo che gli insegnanti, oltre alla famiglia quest’anno avranno un compito molto difficile ... 

Mi auguro che il buon senso, prima di ogni norma o allarmismo, prevalga su tutto e soprattutto cerchiamo di educare i bambini al rispetto verso il prossimo e non alla paura!

venerdì 4 settembre 2020

Schiavitù mentale

In questi giorni ho letto questa frase...

 "Il vero schiavo difende il padrone, non lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede, ma quello che non è più capace di immaginarsi la libertà."

(Silvano Agosti - regista, filosofo, scrittore) 

... e inevitabilmente la mia mente è andata al "Mito della Caverna" dove Platone racconta allegoricamente il percorso conoscitivo del filosofo, il quale, nella sua ricerca della verità, si stacca dal mondo sensibile per raggiungere la Verità e il Bene, e ritornare quindi tra gli altri uomini per aiutarli ad andare oltre le apparenze. 



Oggi siamo tempestati di immagini su più fronti (TV, giornali, social network, ecc.) che ci presentano un'enorme varietà di informazioni più o meno veritiere. L'informazione dovrebbe essere più aderente possibile alla realtà, ma le narrazioni attuali più che chiarirci, ci confondono le idee.

Oggi più che mai c'è bisogno di liberarci dalle catene e andare oltre al muro per scoprire cosa sta dietro a ciò che vediamo in fondo alla caverna perché, bisogna ricordarlo, le notizie che leggiamo sono sempre filtrate dalla soggettività del cronista di turno.

La PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) ci insegna che "la mappa non è il territorio", ovvero quello che percepiamo non è la realtà, ma un punto di vista soggettivo, quindi la realtà è un'altra cosa, ben più complessa.

E allora cosa fare? 

Oggi è fondamentale non fermarsi alle apparenze, tanto più se arrivano dai mass-media, e cercare di fare esperienze dirette, mettendo in moto la ragione, maturando una propria idea (aletheia) anziché abbracciare l'opinione (doxa) di qualcun'altro. Viceversa avremo sempre bisogno di qualcuno che "ne sappia più di noi" a cui affidare le nostre scelte. Se questa non è schiavitù mentale ...