sabato 7 novembre 2020

La formazione dei più piccoli

In questo periodo, segnato da tutti i condizionamenti dovuti al Covid19 il pensiero va soprattutto al futuro perché è necessario riflettere anche sulle ripercussioni che avranno le scelte presenti.

Dentro a quest'atmosfera di incertezza e paura verso "l'untore” ci sono migliaia di occhietti e orecchiette che vedono, ascoltano e assorbono tutto ciò che facciamo. 

Sono dei bambini che forse dal punto di vista psicologico stanno avendo i danni maggiori e molto probabilmente questo momento storico non lo dimenticheranno mai. 

Ricordo la mia scuola, fatta di compagni di banco, di "studiare gomito a gomito", di diari da passarci e firmare, di palline di carta fatte con la saliva e di tutta la spensieratezza che tra una lezione e l’altra animava i nostri anni scolastici. 

Credo che gli insegnanti, oltre alla famiglia quest’anno avranno un compito molto difficile ... 

Mi auguro che il buon senso, prima di ogni norma o allarmismo, prevalga su tutto e soprattutto cerchiamo di educare i bambini al rispetto verso il prossimo e non alla paura!

venerdì 4 settembre 2020

Schiavitù mentale

In questi giorni ho letto questa frase...

 "Il vero schiavo difende il padrone, non lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede, ma quello che non è più capace di immaginarsi la libertà."

(Silvano Agosti - regista, filosofo, scrittore) 

... e inevitabilmente la mia mente è andata al "Mito della Caverna" dove Platone racconta allegoricamente il percorso conoscitivo del filosofo, il quale, nella sua ricerca della verità, si stacca dal mondo sensibile per raggiungere la Verità e il Bene, e ritornare quindi tra gli altri uomini per aiutarli ad andare oltre le apparenze. 



Oggi siamo tempestati di immagini su più fronti (TV, giornali, social network, ecc.) che ci presentano un'enorme varietà di informazioni più o meno veritiere. L'informazione dovrebbe essere più aderente possibile alla realtà, ma le narrazioni attuali più che chiarirci, ci confondono le idee.

Oggi più che mai c'è bisogno di liberarci dalle catene e andare oltre al muro per scoprire cosa sta dietro a ciò che vediamo in fondo alla caverna perché, bisogna ricordarlo, le notizie che leggiamo sono sempre filtrate dalla soggettività del cronista di turno.

La PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) ci insegna che "la mappa non è il territorio", ovvero quello che percepiamo non è la realtà, ma un punto di vista soggettivo, quindi la realtà è un'altra cosa, ben più complessa.

E allora cosa fare? 

Oggi è fondamentale non fermarsi alle apparenze, tanto più se arrivano dai mass-media, e cercare di fare esperienze dirette, mettendo in moto la ragione, maturando una propria idea (aletheia) anziché abbracciare l'opinione (doxa) di qualcun'altro. Viceversa avremo sempre bisogno di qualcuno che "ne sappia più di noi" a cui affidare le nostre scelte. Se questa non è schiavitù mentale ... 

lunedì 2 settembre 2019

Sei licenziato!

“Sono l'uomo che va in un ristorante, si siede al tavolo e aspetta pazientemente, mentre il cameriere fa tutto, meno annotare la mia richiesta.
Sono l'uomo che entra in un negozio e aspetta zitto, mentre i commessi concludono le loro conversazioni private.
Sono l'uomo che entra da un benzinaio e non usa mai il clacson, ma aspetta pazientemente che l'impiegato finisca la lettura del suo giornale.
Sono l'uomo che spiega la sua disperata urgenza per un pezzo, ma non si lamenta di riceverlo dopo tre settimane di attesa.
Sono l'uomo che, quando entra in un centro commerciale, sembra chiedere un favore, implorare per un sorriso, sperando solo di essere notato.
Devi pensare che io sia una persona silenziosa, paziente, un tipo che non crea mai problemi... ma sbagli.
Sai chi sono? Sono il cliente che non torna mai più!
Mi diverto guardando milioni spesi ogni anno in annunci di ogni ordine, per portarmi di nuovo alla tua azienda. Quando sono andato lì per la prima volta, tutto quello che avresti dovuto fare era solo una piccola cosa, semplice ed economica: trattarmi con un po’ più di cortesia.
C’è solo un capo: il cliente. E può licenziare tutte le persone dell'azienda, del presidente al bidello, semplicemente portando i suoi soldi altrove”

                                                                                                                                Sam Walton (Walmart)

mercoledì 1 maggio 2019

Baby Gang: cresciuti in contesti di impunità.

La notizia della morte di Antonio Stano solleva in questi giorni una serie di interrogativi soprattutto in ambito educativo. L’uomo di 66 anni è deceduto dopo essere stato ripetutamente seviziato da una baby gang composta da 12 minorenni e 2 maggiorenni a Manduria (TA).
Su un articolo si legge:

Sulla questione si è espressa recentemente anche l'insegnante di una scuola elementare pugliese frequentata da alcuni degli indagati. Le sue parole sono state piuttosto dure: «Per carità la noia... Se ci fossero un cinema e un teatro a Manduria non esisterebbero le baby gang? Qui il problema è uno, ma costa ammetterlo: questi ragazzini vivono in un contesto di impunità fin da piccoli grazie a genitori pronti a difenderli sempre e comunque, pur davanti a evidenze vergognose».
[...]
Ha dunque proseguito: «Accusare una comunità è azzardato piuttosto concentriamoci su questi ragazzini sempre più sfrontati. Potrei elencare decine di episodi di cui sono stata protagonista io ma anche tanti miei colleghi, atteggiamenti genitoriali che hanno mortificato e tarpato la mia attitudine professionale. Mamme e papà che si sentono in diritto di inveirti contro perché hai osato rimproverare l’alunno. Le storie che ogni tanto si sentono sono vere: e passare dalla passione per l’insegnamento al lassismo da parte dell’istituzione scolastica per una sensazione di impotenza è purtroppo tutt’altro che difficile».

Oggi si parla spesso delle carenze della scuola italiana e del fatto che la qualità dell'insegnamento degli ultimi decenni sarebbe progressivamente calata. Discorso legittimi, urge tuttavia una riflessione sul ruolo genitoriale che spesso delega fin troppo l'educazione dei propri figli alla scuola con la quale tuttavia non collabora.
Anzi, una categoria di genitori, che da una parte scaricano interamente la responsabilità dei figli alle istituzioni, dall'altra ne contestano/combattono apertamente l'operato arrivando a minacciare gli insegnanti e i dirigenti scolastici.
Tale comportamento, deleterio per i ragazzi, è frutto di una grande ignoranza e pigrizia da parte di genitori che non si prendono la responsabilità di una sana educazione dei loro figli, ma preferiscono scaricarla a qualcun'altro. Di fronte agli scarsi risultati poi si sentono a posto con la coscienza e naturalmente danno la colpa agli altri perché non si rendono conto che l'imprinting iniziale e l'esempio continuo nella vita di tutti i giorni viene dato prima di tutto in famiglia da parte dei genitori.